Profilo: Dott.ssa Viviana Frattini

Laureata in Medicina e Chirurgia Generale, (I sessione) presso l’Università di Pavia, sede Varese nel 1995: 105/110; titolo tesi di laurea: "Profilassi antibiotica nel paziente chirurgico neoplastico. Correlazioni tra fattori di rischio e sviluppo di infezioni post-operatorie"

Specializzazione:

Specialista in Chirurgia Generale indirizzo oncologico (Direttore Prof. R. Dionigi), Università dell’ Insubria, Varese, nell’anno accademico 1999-2000: 50/50 e lode. Titolo tesi di specializzazione: “metastasi epatiche mammarie. Correlazione clinico–biologica e approccio terapeutico”.


Scuola di Specializzazione:

Chirurgia Generale ad indirizzo in Chirurgia Oncologica, Università degli Studi dell’Insubria, 1995

Iscrizione Ordine Provinciale dei Medici e degli Odontoiatri, Milano 23/9/96 n. 34603



Training professinale post-specialità:

XVI ciclo del Dottorato di ricerca in Chirurgia e biotecnologie chirurgiche, Università degli Studi Dell’Insubria, I anno dal novembre 2000 al maggio 2001. Guardia Medica presso Istituto Fratelli Paolo e Tito Molina dal novembre 2000 al giugno 2001. Assistente Chirurgo Ospedale Civico, Lugano, Svizzera.



Ecografia duttolo radiale

La ghiandola mammaria ha una configurazione simile ad una margherita: è formata da 15-20 lobi irradiati intorno al capezzolo.

IL’INDAGIN E ECOGRAFICA viene eseguita mediante ultrasuoni e non provoca dolore. Nella diagnostica senologica l’ utilizzo degli ultrasuoni risale al 1951, quando Wild e Reid pubblicano un lavoro su una casistica di 21 tumori mammari.

Gli studi procedono in tutti i decenni successivi, ricercando, come in mammografia , il “nodo” patologico.

Si arriva così al 1988, quando M. Teboul nel 5° Congresso Internazionale “Ultrasonic examination of the breast”, tenutosi a Parigi, riporta la sua esperienza relativa a 2000 casi di ecografia mammaria esaminati mediante una tecnica ecografica innovativa da lui stesso ideata e definita

ECOGRAFIA MAMMARIA DUTTULO RADIALE proprio per indicare la precisa corrispondenza fra immagine ecografica ottenuta mediante la suddetta tecnica e l’anatomo-istologia della mammella.

L’evoluzione tecnologica delle apparecchiature ultrasonografiche permette di individuare alterazioni anche millimetriche del tessuto.



Ecografia tiroide

L’ecografia tiroidea è utilizzata per valutare le dimensioni e la volumetria della tiroide e per individuare l’eventuale presenza di noduli, indicandone anche la loro probabile natura benigna o maligna.

In assenza di noduli tiroidei, l’ecografia è indicata in pazienti con alterazioni ematochimiche (alterazioni n del TSH, fT3, fT4, Tireoglobulina), nel sospetto di tireopatia autoimmune o se esistono fattori di rischio genetico o ambientale per lo sviluppo di una patologia tiroidea.